CUT: cos’è?
Il CUT (contributo unificato tributario) è un’imposta che ha natura di entrata tributaria che la parte ricorrente, ossia quella che deposita l’atto introduttivo di un processo tributario, è tenuta a pagare, ‘in maniera forfetizzata’, tenuto conto del valore della controversia.
Qualora la controparte, a sua volta, abbia intenzione di agire contro chi ha dato avvio alla causa, dovrà integrare il contributo unificato a seconda della maggiorazione del valore della causa conseguente alla propria domanda.
Il CUT andrà rimborsato all’attore a titolo di spese processuali, nel caso in cui quest’ultimo abbia ragione.
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Chi può non pagarlo?
I cittadini meno abbienti che rientrano nel gratuito patrocinio, tenuto conto sempre del reddito di cittadinanza, sono esonerati dal pagamento del contributo unificato tributario.
Nello specifico, il cittadino deve avere un reddito massimo un reddito massimo di 11.746,68 euro all’anno, ovvero 978,89 euro al mese
CUT: quanto costa il contributo unificato tributario
Il D.P.R.115/2002 – artt. 13 e 14 del T.U. sulle spese di giustizia – ha individuato gli scaglioni di riferimento riguardanti le cause che si svolgono dinanzi alle CTP e CTR, prevedendo per ognuna di esse un importo da pagare come corrispettivo del CUT.
Gli importi del CUT sono:
- 30 euro, per le controversie di valore fino a 2.582,98 euro;
- 60 euro, per le controversie da 2.582,29 euro a 5.000 euro;
- 120 euro, per le controversie da 5.000,01 euro a 25.000 euro;
- 250 euro, per le controversie da 25.000,01 euro a 75.000 euro;
- 500 euro, per le controversie da 75.000,01 euro a 200.000 euro;
- 1.500 euro, per le controversie di valore oltre 200.000,01 euro.
La causa è di valore indeterminabile?
Il contributo unificato è di
- 120 euro in primo grado;
- 1.036 euro per il giudizio di impugnazione dinanzi alla Corte di Cassazione.
Se la parte, invece, omette di indicare il valore della causa?
Il contributo unificato dovuto è di:
- 1.500 euro in primo grado;
- 3.372 euro davanti alla Corte di Cassazione.
Il D.Lgs. 546/1992 prevede che per determinare il valore della controversia e, di conseguenza, del contributo unificato da versare, la parte deve fare riferimento alle somme dovute a titolo di imposta, considerate al netto di ogni sanzione e interessi .
Se il ricorso ha ad oggetto solo la sanzione, il valore della causa viene determinato sull’importo della stessa sanzione.
Il CUT aumenta per un importo pari alla sua metà nel caso in cui nel ricorso introduttivo non sia stato indicato il numero di fax del difensore e il codice fiscale del contribuente.
Determinato il valore della causa (con riferimento ad ogni atto impugnato anche in grado d’appello), questo deve essere espressamente indicato dal ricorrente nelle conclusioni dell’atto introduttivo.
CUT: come si paga?
I vari metodi già conosciuti sono il pagamento tramite:
- marca da bollo dell’importo calcolato sul valore della causa;
- modello F23:
- bollettino postale.
L’informatizzazione del processo tributario ha fornito la possibilità di pagare il CUT mediante il sistema telematico messo a disposizione dalla Pubblica Amministrazione: Pagopa.
Funzionamento in sintesi:
E’ necessario avere un conto corrente o una carta di credito, di debito o prepagata.
Il cittadino o il suo avvocato utilizza la piattaforma messa a disposizione dal Portale dei servizi telematici per la giustizia.
Accede con la propria firma digitale; successivamente si apre una schermata in cui si devono inserire i dati relativi al giudizio da intraprendere, le parti del procedimento e l’importo da versare a titolo di contributo unificato.
Il sistema rilascia un documento informatico che attesta l’avvenuto pagamento che verrà allegato all’iscrizione a ruolo online della causa, senza bisogno di doversi recare in cancelleria.
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