La figura del curatore fallimentare – natura, funzioni, responsabilità, adempimenti

Curatore fallimentare – Nomina
Il curatore fallimentare è nominato con la sentenza di fallimento o, in caso di sostituzione o di revoca, con decreto del tribunale e, quale pubblico ufficiale, assume l’esercizio dell’impresa in una sua fase particolare.
Il curatore, entro i 2 gg. successivi alla partecipazione della sua nomina, deve far pervenire la propria accettazione al giudice delegato; qualora non dovesse osservare tale obbligo, il tribunale, in camera di consiglio, provvedere d’urgenza a nominarne un altro curatore.

Chi può essere nominato curatore?
Dottori commercialisti, avvocati, ragionieri, studi professionali anche sotto forma di società di professionisti o di studi associati, sempre che al momento dell’accettazione dell’incarico sia stata designata la persona fisica responsabile della procedura, coloro che abbiano dato prova di adeguate capacità imprenditoriali nello svolgere funzioni di amministrazione direzione e controllo in S.p.A..

Chi non può essere nominato curatore?
Il coniuge, i parenti e gli affini entro il 4°del fallito, i creditori di quest’ultimo, chi ha contribuito al dissesto dell’impresa entro i 2 anni anteriori alla dichiarazione di fallimento e chiunque si trovi in conflitto di interessi col fallimento.

Gestione della procedura
Il curatore amministra il patrimonio del fallito sotto la vigilanza del giudice delegato e del comitato dei creditori.
Può stare in giudizio senza autorizzazione del giudice delegato solo per ciò che riguarda contestazioni, dichiarazioni tardive di crediti, di diritti vantati da terzi sui beni acquisiti al fallimento e nei procedimenti promossi per impugnare atti del giudice delegato o del tribunale.

Revoca del curatore
In qualsiasi momento il tribunale, su proposta del giudice delegato ovvero su richiesta del comitato dei creditori, con decreto motivato e dopo aver sentito il curatore e il comitato dei creditori, può revocare il curatore ritenuto inadempiente ai doveri d’ufficio (es. casi di incapacità o incompatibilità soggettiva, come la parentela col fallito).
Contro il decreto di revoca o di rigetto dell’istanza di revoca è ammesso reclamo innanzi alla corte d’appello.
Il reclamo, però, non sospende l’efficacia del decreto.

Quali sono le responsabilità del curatore?
Il curatore, diligentemente ai doveri dell’incarico ricevuto, deve tenere un registro vidimato da almeno un componente del comitato dei creditori, per annotarvi quotidianamente tutte le operazioni riguardanti la sua amministrazione.
Anche durante il fallimento, il curatore, che cessa dal suo ufficio, deve fornire il conto della gestione.

Il deposito delle somme riscosse
Il curatore deposita le somme riscosse a qualsiasi titolo sul conto corrente intestato alla procedura fallimentare, entro massimo 10 gg. dalla corresponsione.

Quali sono le attribuzioni del curatore?
Il curatore deve esercitare personalmente le funzioni del proprio ufficio, potendo delegare ad altri determinate operazioni solo dietro autorizzazione del comitato dei creditori.
Rimanendo responsabile unico del proprio operato, può scegliere di farsi coadiuvare da tecnici o altre persone retribuite ai fini dell’espletamento di determinate funzioni.

Qual è il compenso del curatore?
Anche se il fallimento si chiude con un concordato, le spese ed i compensi spettanti al curatore sono liquidati su istanza dello stesso con decreto del tribunale non soggetto a reclamo, su relazione del giudice delegato.
La liquidazione viene effettuata dopo l’approvazione del rendiconto ovvero dopo l’esecuzione del concordato.


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