Successione: il Fisco tassa anche l’eredità

Caratteristiche principali dell’Imposta di successione

In caso di morte di una persona, i beni e diritti appartenenti al defunto si trasferiscono agli eredi secondo le regole di successione legittima o secondo le disposizioni date dal testamento. Il patrimonio oggetto di eredità è detto “asse ereditario” e comprende beni mobili, immobili di qualsiasi tipo, azioni e partecipazioni in società, denaro e gioielli.

L’imposta di successione è l’imposta che l’erede è tenuto a versare qualora decida di accettare l’eredità,  entro 12 mesi dalla data di decesso della persona venuta a mancare.  L’imposta di successione, quindi, colpisce il trasferimento dei beni quando passano dal defunto agli eredi.

Come si calcola l’imposta di successione?

Anche l’imposta di successione, come qualsiasi altra imposta, prevede delle franchigie, aliquote e un base imponibile.

La base imponibile è quell’importo sul quale si calcola l’imposta e che nel nostro caso è rappresentata dalla differenza tra la somma del valore dei beni ricevuti in eredità e i debiti ereditati, cioè il valore complessivo netto.

Per quanto riguarda, invece, le aliquote e le franchigie, queste si differenziano a seconda del grado di parentela tra la persona defunta e l’erede. Le aliquote e le franchigie sono state fissate e regolate dall’articolo 2 comma 48 del decreto legge 262 del 2006.

Nello specifico Si applicano le seguenti aliquote:

  •  4%,  per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (es. figli), da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, superiore 1 milione di euro;
  •  6%,  per i trasferimenti effettuati in favore di un parente in linea retta (es. fratello o sorella), da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, superiore a 100.000 euro;
  •  6%,  per i trasferimenti effettuati in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia.
  • 8%, per i trasferimenti effettuati in favore di tutti gli altri soggetti, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia.

Casi Particolari

Un caso particolare può esserci quando  il soggetto in questione riceve in eredità un immobile. In questa situazione oltre a versare l’imposta di successione, tenendo sempre conto delle franchigie e delle aliquote citate precedentemente, bisogna versare anche le seguenti imposte:

  • Imposta ipotecaria, che è pari al 2% del valore dell’immobile.
  • Imposta catastale, che è pari al 1% del valore dell’immobile.

 

Quali sono i beni esclusi dall’imposta di successione?

Sono esclusi dall’imposta di successione:

  • I titoli di debito pubblico e gli altri Titoli di Stato o equiparati;
  • Le indennità di fine rapporto di lavoro (TFR) e le prestazioni di previdenza complementare;
  • I veicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico.
  • Polizze vita

 

Quali sono gli adempimenti formali?

Dopo avere accettato l’eredità, il contribuente deve presentare la dichiarazione di successione entro 12 mesi dalla data del decesso. E’ esonerato dal presentare la dichiarazione chi ha rinunciato all’eredità prima della scadenza dei 12 mesi o chi ha nominato un curatore per l’eredità. Sono, inoltre, esonerati il coniuge, i figli e i parenti se l’eredità non supera 100.000 euro e non comprende beni immobili.

Il versamento dell’imposta non avverrà immediatamente. L’Agenzia delle Entrate effettuerà dei controlli sulla dichiarazione ed  entro 3 anni dalla presentazione della dichiarazione o entro 5 anni (in caso di omessa dichiarazione) emetterà un avviso di liquidazione. Con tale avviso l’Agenzia  chiede il versamento dell’imposta di successione dovuta. Questo pagamento deve essere effettuato entro 60 giorni dalla data in cui è stato notificato l’avviso di liquidazione ed oltre tale termine si applicherebbero delle sanzioni ed interessi di mora.

L’imposta di successione si può pagare anche a rate. Infatti, dopo aver chiesto il rateizzo delle somme da pagare, il contribuente deve pagare almeno al 20% dell’importo dovuto entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione, mentre la parte restante deve essere versata in 8 rate trimestrali che possono arrivare a 12 se l’importo da pagare supera 20.000 euro – lo scadenzario delle rate verrà definito dall’ Agenzia delle Entrate. Questo meccanismo del rateizzo non si applica per importi inferiori a 1.000 euro.

 

 

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